Cammino dei Sette Laghi

IL TERRITORIO

IL TERRITORIO La Valle dei Laghi si estende dalla soglia di Terlago fino al Basso Sarca in uno scenario naturale inedito composto da laghi, villaggi, antichi castelli, rilievi montuosi e collinari, per accompagnare il visitatore nella discesa verso Sud. La Valle gode di una singolare varietà climatica che, declinando dal clima alpino a quello mediterraneo, offre un’ideale alternanza di ambienti naturali. Lo spettacolo offerto è un mosaico storico e naturalistico di inestimabile bellezza in grado di accogliere il visitatore in ogni stagione dell’anno. Siamo di fronte ad uno scenario suggestivo costituito da ben sette laghi: il lago di Cavedine, i laghi di Toblino, il lago di Santa Massenza, il lago di Lamar, il Lago Santo, il lago di Terlago e il lago di Lagolo.

Lago di Lamar
Lago Santo
Lago di Terlago
Lago di Lagolo
Lago di Cavedine
Lago di Toblino
Lago di Santa Massenza

Non mancano gli antichi castelli con il loro carico di immancabile fascino tra storia e leggenda. E i borghi caratteristici le cui case e viuzze sanno raccontare meglio di ogni libro la tradizione e la cultura che li hanno attraversati e ancora oggi li abitano. E ancora i rilievi montuosi e collinari che disegnano un paesaggio da ammirare per ore, nei suoi cambiamenti stagionali, all’alba o al tramonto.

Geograficamente siamo all’interno delle Prealpi Trentine Occidentali, con una prevalente presenza di rocce sedimentarie carbonatiche. La Valle dei Laghi è un territorio racchiuso tra la lunga catena baldense e le catene dei Monti Stivo, Bondone, Misone, Brento, Casale, Gazza e Paganella.

 

La peculiarità idrografica di questa zona, lo dice il nome stesso, è proprio la presenza di numerosi laghi, dalle più eterogenee origini. Alcuni sono nati dallo sbarramento di frane postglaciali (Cavedine) o di conoidi alluvionali (Toblino e Santa Massenza), altri sono dovuti all’escavazione glaciale valliva (Santo e Lamar), alcuni hanno origini intermoreniche (Lagolo) oppure sono glacio-carsici (Terlago). I laghi, quindi, sono il vero carattere identitario di questa parte del Trentino e costituiscono un patrimonio ambientale e naturalistico di enorme valore, senza dubbio da salvaguardare con responsabilità, considerando l’estrema biodiversità presente in molte di queste zone, tra cui quelle che rientrano nella rete europea Natura 2000.

A livello climatico, le caratteristiche principali inseriscono la zona in un clima prealpino o insubrico ma la presenza del Lago di Garda a sud porta nella Valle dei Laghi delle condizioni quasi mediterranee, di cui si ritrovano le tracce evidenti sia nella flora che nella fauna. La modesta altitudine, la costante esposizione agli influssi climatici meridionali e l’azione termoregolatrice del Lago di Garda consentono inverni miti e estati calde.

Geologicamente, la Valle offre un’ampia presenza di calcari fratturati e dissolubili, con numerose zone carsiche, scarsità di acqua in quota e una costellazione estesa di inghiottitoi e grotte. Sono evidenti le conseguenze dell’ultima delle glaciazioni (tra 80.000 e 12.000 anni fa) che ha modellato i rilievi e scavato profonde incisioni tra conche vallive e soglie di transfluenza, terrazzi e pozzi glaciali, forre e cascate. Un lavoro paziente di milioni di anni, fatto con tale costanza e precisione da rendere ancora oggi leggibili i risultati. Le rocce sedimentarie e quelle magmatiche effusive di oggi e i vari depositi detritici alluvionali, glaciali e gravitativi ci raccontano di antichissimi mari, qualche vulcano sommerso e enormi distese di ghiaccio.

A livello di vegetazione, quella del fondovalle è quella che maggiormente evidenzia le modifiche più importanti. Nelle zone alluvionali, che presentano in modo deciso la loro vocazione agricola, troviamo anche il maggior numero di insediamenti e infrastrutture. Un tempo erano foreste e paludi, oggi vi sono zone urbane e industriali, coltivazioni e prati, lasciando solo poco spazio agli ambienti originali, che andrebbero attentamente tutelati. La valle è costellata di muretti a secco e aree umide, nelle quali trovano il loro habitat naturale i molinieti (prati umidi costituiti prevalentemente dalla graminacea Molinia cerulea), canneti, ontani e salici. Sulle base pendici, accarezzate dal sole, troviamo orniello, roverella, carpino nero, scotano che in autunno donano al paesaggio dei colori davvero speciali. In alcune zone si trova anche il leccio, la cui presenza è agevolata dalla presenza del Lago di Garda che attenua le escursioni termiche e nel cui sottobosco crescono alcuni arbusti mediterranei. Si è dunque di fronte ad un paesaggio di campagne, uliveti e leccete oltre che di prati in cui predominano le graminacee. Salendo in quota, nella fascia montana, si fanno spazio le faggete mentre ancora più su si trovano l’abete bianco e il larice. Nella fascia rocciosa crescono praterie rupestri e arbusteti, gli unici elementi in grado di sopravvivere a quelle quote. La mediterraneità di cui parlavamo di afferma in valle e nella zona di Toblino fino a Vezzano si trovano numerosi insediamenti di leccio; nelle altre zone essi si mescolano con roverella, orniello, carpino nero, euforbia, pungitopo, pruno selvatico, ecc. Sopra i 1000 metri si insediano l’olmo, l’acero e il corniolo mentre sul piano montano, oltre al faggio, si trovano ancora l’acero, e poi il tiglio, la betulla e il nocciolo. Sopra a Vezzano e Padergnone l’occhio cade su boschi di carpino, leccio e pino silvestre; verso Ciago, Margone, Ranzo e Calavino, invece, la presenza del pino nero domina decisamente il paesaggio.

La Valle dei Laghi, inserita nelle Prealpi trentine occidentali, presenta oltre 2000 specie di piante superiori, grazie a fattori geografici e ambientali che rendono la zona davvero particolare. Le zone umide, le forre, i sottoroccia e i prati aridi costituiscono una diversità territoriale straordinaria e fanno da scenografia naturale ad una ricchissima biodiversità. Le peculiarità di questa zona sono dimostrate anche dalla presenza di numerosi habitat di Rete Natura 2000, con riserve naturali sia provinciali che locali.

La diversità del paesaggio è accompagnata anche da una diversità della fauna, vertebrata e non solo. Laghi, canali, rogge, pozze e stagni ospitano una fauna ittica (trota iridea, trota lacustre, tinca, luccio, persico sole, scardola, ecc.) e numerose specie di anfibi (salamandra, rospo comune, rane verdi, ecc.), alcune delle quali fortemente minacciate dalla presenza dell’ululone dal ventre giallo. Molti anche i rettili presenti nel territorio, tra cui il ramarro occidentale, la lucertola muraiola, il saettone, la biscia dal collare, la vipera comune e altri. Canali, fossi agricoli e campi coltivati possono talvolta costituire una barriera per la fauna, altre volte delle importanti opportunità. Nei fossi infatti trovano spazio molluschi, coleotteri, efemerotteri e, dove l’ambiente è stato preservato, persino gamberi d’acqua dolce.

Vigneti e frutteti hanno artificialmente impoverito l’ambiente ma i nuovi protocolli agricoli introdotti alla fine degli anni ’80 hanno permesso di assistere al ritorno sempre più deciso di alcune specie agricole più comuni, tra cui il merlo, il tordo bottaccio, il fringuello, il cardellino, la rondine, l’averla piccola e molti altri. La biodiversità ambientale è comunque in generale più marcata laddove si trovano elementi strutturali come muretti a secco, vecchi edifici, siepi e rogge. La peculiarità climatica della zona fa registrare presenze di uccelli nidificanti e svernanti come l’airone cenerino (che qui forma la più numerosa colonia della provincia) e la moretta. È infine importante citare la presenza ormai stabile dell’orso bruno.

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