Cammino dei Sette Laghi

1° TAPPA
Sarche – Monte Terlago

2° TAPPA
Monte Terlago – Vezzano

3° TAPPA
Vezzano – Vigo Cavedine

4° TAPPA
Vigo Cavedine – Pietramurata

5° TAPPA
Pietramurata – Sarche

1° TAPPA

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1° Tappa: Elementi di particolare interesse

Sarche

Questa frazione della Valle del Sarca si posiziona all’imbocco della gola del Limarò, proprio ai piedi della parete sudorientale del Monte Garzolet. Questa località è da sempre stata un crocevia tra la strada che porta verso la zona delle Giudicarie e quella che conduce invece al Lago di Garda ed è caratterizzata dalla presenza di numerosi vigneti e da quella del Lago di Toblino. Attira molti sportivi e appassionati che qui trovano un piccolo paradiso tra falesie, ferrate e percorsi escursionistici per tutti i gusti.

Lago di Toblino

È forse il più affascinante e suggestivo dei laghi toccati dal cammino, formatosi per sbarramento da parte di un conoide alluvionale creato dal fiume Sarca all’uscita della forra del Limarò. Si tratta di un lago sottoposto a tutela ambientale, dunque non è balneabile né navigabile. È circondato da un rigoglioso canneto e vede la presenza di una vegetazione tipicamente mediterranea, grazie alla presenza dei monti attorno che costituiscono una sorta di barriera e all’influsso mitigante del Lago di Garda, che offre un habitat ideale per uccelli migratori e molte specie ittiche.

Castel Toblino

Questo maniero così speciale sembra uscire dal lago come da un sogno. Si dice ci vivessero le fate e altre creature fantastiche e numerose sono le leggende e le storie legate a questo luogo soprattutto in riferimento a ospiti e personalità che passarono tra queste mura. Il Castello è costruito su uno sperone di roccia che si sporge sullo specchio d’acqua e uno dei modi migliori per godere di un’ottima prospettiva è quella di percorrere la passerella di legno che costeggia le sponde del lago. Il castello, che fu di proprietà dei vassalli del Principe Vescovo di Trentino fin dal XII secolo, ha una forma quadrangolare con un interessantissimo mastio circolare. Una cinta merlata delimita tutto il complesso, compreso un grande parco che si affaccia direttamente sul lago. Attualmente il castello è proprietà privata con possibilità di visita, previa prenotazione.

Santa Massenza

Santa Massenza è un borgo molto caratteristico, che conta poco più di cento abitanti, sparsi tra vicoli e case di un tempo, e un’enorme ricchezza di storia e tradizioni. Si adagia sulle sponde dell’omonimo lago, che prende il nome dalla madre di San Vigilio, patrono di Trento. Qui il clima è dolce, tutto è ancora a misura d’essere umano, in un idillio che unisce la montagna, la terra e l’acqua. Celebre per la grappa, ben 5 distillerie che negli anni ‘60 erano addirittura 13 gestite ancora oggi da eredi della stessa storica famiglia Poli, e per la Centrale Idroelettrica di Hydro Dolomiti Energia, la più potente centrale idroelettrica del Trentino. Questo borgo regala scorci affascinanti e garantisce la salvaguardia della tradizione con feste e celebrazioni (tra tutte la Notte degli Alambicchi nel Ponte dell’Immacolata e la Festa dei pessati in maggio). Al centro dell’abitato sorge la Chiesa di Santa Massenza, di cui sono presenti tracce a ridosso del 1200; lo stile è neogotico con la torre campanaria posizionata a nord. Nel 1520 vennero ultimati i lavori di rinnovo dell’edificio originario ad opera della congregazione dei celestini e la Chiesa ottenne dignità curiaziale nel 1800 con l’ampliamento voluto dall’allora Vescovo di Trento. Santa Massenza è il capoluogo degli alambicchi, l’acquavite in queste zone è di casa dal ‘500, quando veniva prodotta dalla mensa vescovile, ed è proprio per questo che su qualche cartello stradale campeggia la dicitura “Valle delle Grappe”,  grappa distillata con il metodo discontinuo a bagnomaria, monovitigno ma anche aromatica. Da segnalare la “Notte degli alambicchi”, che cade durante il Ponte dell’Immacolata, come evento per scoprire ancora più dettagli e curiosità su questa produzione locale.

Il lago di Santa Massenza, che si trova nell’omonima frazione, è frutto dell’erosione glaciale e, collegato al Lago di Toblino da un canale, raccoglie le acque del fiume Sarca e del lago di Molveno per far funzionare la Centrale idroelettrica. La fauna ittica della zona è davvero variegata e il territorio tutt’attorno al lago è caratterizzato da vigneti e uliveti, con una produzione di grappa, broccolo e tartufo nero. Pur mantenendo un indubbio fascino, tale bacino è stato profondamente trasformato in seguito alla realizzazione della centrale, che vi porta le acque molto fredde provenienti dai massicci dell’Adamello, della Presanella e dal Brenta.

Centrale Idroelettrica di S. Massenza

Lungo una parte della riva del lago di Santa Massenza al confine con l’omonimo paese troviamo la Centrale di Santa Massenza. Entrata in funzione nel 1952 è parte di un articolato e complesso sistema di gallerie, condotte forzate e altre opere idrauliche che permette di portare l’acqua dalle cime dell’Adamello fino al Lago di Garda. Si tratta dell’impianto idrico più potente del Trentino, con una spettacolare sala turbine e un volume di oltre 150.000 metri cubi scavati nella roccia a 600 metri di profondità. È possibile visitare la centrale consultando il sito di Hydro Dolomiti Energia. http://www.hydrotourdolomiti.it

Fraveggio

Questo borgo rientrava, un tempo, negli estesi territori del Principato vescovile di Trento, entità semi indipendente del Sacro Romano Impero. Vale la pena perdersi tra le vie del paese, ammirando le bellissime case e gli orti curati e ricchi di erbe aromatiche. Caratteristica la Chiesa dedicata a San Bartolomeo, con una facciata che rievoca i templi classici e con un piazzale antistante dal quale si può ammirare il Lago di Santa Massenza. La storia di questo paese è molto legata alla roggia che lo tagliava e lungo la quale operavano numerosi mulini.

Lon

Si tratta di un borgo che si trova ai piedi del monte Gazza, con poco più di un centinaio di abitanti. Arrivando al centro del paese si sale al colle dove si erge la Chiesa dedicata a Sant’Antonio Abate, protettore del paese e degli animali, che domina la vallata e davanti alla quale veniva portato il bestiame per la benedizione. La chiesa presenta un’unica navata con tre altari risalenti all’800, un crocifisso ligneo sopra il tabernacolo, alcune statue e una moderna via crucis appesa alle pareti in formelle di ceramica.

Ciago

L’abitato di Ciago è stato storicamente caratterizzato dalla presenza dei mulini che hanno segnato storia ed economia della zona, con segni che restano ancora oggi nelle testimonianze ma anche nella toponomastica. Il borgo è attraversato da una parte della “Val dei Molini”, attraversata dal Rio Castin e le rogge oggi raccontano brani di un passato lontano ma ancora evidente dell’arte molitoria di cui vi è traccia già dall’inizio del 1300, tra opifici, fucine e macine, che sfruttavano appunto l’energia delle acque del rio. La presenza di mulini è qui accertata già dal 1387 e ancora nella seconda metà del 1800 erano attivi 5 mulini e una fucina. Il paese si sviluppa su una sorta di anfiteatro naturale, rivolto a sud-est dunque molto soleggiato. L’antico nucleo del paese è formato da grandi case in pietra disposte su una serie di terrazzi sorretti da muri a secco, circondate da campi e orti. In posizione dominante sopra le case del centro c’è la graziosa chiesa curaziale di San Lorenzo, costruita negli anni 1866-1888 e caratterizzata dalle belle decorazioni pittoriche dell’artista Vittorio Bertoldi. L’attuale edificio sacro venne eretto su una precedente chiesa del Trecento, dedicata ai Santi Dionisio, Rustico e Eleuterio, della quale si è conservato il campanile a bifore romaniche. Dal paese, una strada selciata risale a lungo il ripido versante della montagna fino alla Bocca e al Passo di S. Giovanni (1673 m), dove ci sono i pascoli di Ciago; era una via molto utilizzata nell’antichità come collegamento tra la Valle dei Laghi e la zona di Molveno.

Covelo

Il nome di questo borgo deriva dai “coveli”, appunto, ovvero gli anfratti di roccia che in passato venivano usati come abitazioni. Nell’abitato di Covelo spicca la Chiesa di San Giacomo il Maggiore, situata su un’altura rocciosa e presente in alcuni documenti di inizio ‘400. Sembra che la torre campanaria sia stata eretta sui resti di una vecchia torre di guardia romana e negli anni l’edificio fu soggetto a numerosi interventi di restauro e rinnovo.

Sentiero dei Mulini di Covelo

Si tratta di un itinerario ad anello, che si sviluppa tra vicoli e case, vegetazione e panorami, regalando scorci davvero suggestivi. I due mulini storici che si incontrano rappresentano un passato ormai lontano ma regalano a questi luoghi un fascino senza tempo.  Come illustra anche la Rete delle Riserve del Bondone, inoltre è “importante sottolineare la presenza di un habitat molto importante: le sorgenti pietrificanti. Lungo la stradina che conduce al vecchio mulino infatti, si è conformata una situazione ideale per lo sviluppo di un particolare tipo di muschio che grazie alla presenza del fenomeno dello stillicidio e alla durezza dell’acqua ha dato forma a una struttura molto particolare che si protende sulla stradina.”

Sentiero di San Vili

Il Sentiero di San Vili, aperto nel 1988 dalla SAT Società Alpinisti Tridentini, è un lungo percorso che da Madonna di Campiglio giunge a Trento, per un totale di circa un centinaio di chilometri. Ripercorre le orme di San Vigilio, primo Vescovo della città di Trento, che percorse questo tracciato in uno dei suoi viaggi di evangelizzazione nelle terre occidentali della provincia. Il tragitto, come narra la leggenda, ripercorre quello fatto dai cristiani che dopo il martirio del vescovo avvenuto in Val Rendena riportarono la salma nel capoluogo. Il cammino attraversa diversi borghi e paesaggi, regalando scorci emozionanti sulle valli attraversate.

Monte Terlago

L’abitato nacque nel passato, quando durante l’estate gli abitanti di Terlago portavano al pascolo il bestiame in queste zone e piano piano, verso la fine dell’Ottocento, iniziarono a costruire dei masi per uno stanziamento permanente. A pochi chilometri dal paese, troviamo il Lago di Lamar e il Lago Santo, un tempo uniti in un unico lago ma oggi separati da una fascia di terra creata dai sedimenti nei secoli.

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