Cammino dei Sette Laghi

Esperienze

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AGRIFATTORIA

MASO CANOVA

FATTORIA DIDATTICA E AZIENDA AGRICOLA BIOLOGICA MASO CANOVA DI MONTE TERLAGO

nata dalla passione di Stefania Lusuardi si trova a Monte Terlago, in Valle dei Laghi, in un maso storico, lungo la strada che porta ai Laghi di Lamar. 
Tantissimi gli animali che potrete trovare e coccolare, la cura e l’attenzione per la natura si percepiscono in ogni angolo della fattoria, dagli animali considerati tutti parte della famiglia, alle coltivazioni biologiche senza uso di prodotti fitosanitari. Noterete gli “hotel per gli insetti”, delle piccole casette, realizzate con materiali di recupero, posizionate attorno alle coltivazioni per ospitare gli insetti che aiutano a rendere migliori i frutti e a evitare l’utilizzo di sostanze chimiche.  In fattoria vengono organizzate diverse attività durante tutto l’anno: visite guidate su prenotazione, laboratori esperienziali e creativi per bambini e famiglie, giornate a tema con guide e esperti del territorio.

ENOTURISMO

ASSOCIAZIONE VIGNAIOLI VINO SANTO TRENTINO

Padergnone

Le aziende agricole socie dell’Associazione sono sei, e ognuna interpreta con il suo stile inconfondibile questo piccolo ma preziosissimo patrimonio della storia di questa terra. Ogni anno vengono prodotti circa ottanta ettolitri di Vino Santo Trentino. Dopo più di dieci anni di lenta maturazione in botte, la bottiglia accoglie questo nobile vino dal bouquet complesso, di dolce eleganza e di straordinaria longevità: e in bottiglia può rimanere ancora per decenni, senza temere il tempo che passa.

Il Vino Santo Trentino è uno dei pochi vini al mondo ad essere stato riconosciuto come Presidio Slow Food.

email: info@vinosantotrentino.it

Visitare le vigne e le cantine, conoscere gli strumenti di coltura e produzione, degustare ed acquistare il vino prodotto in azienda, partecipare ad attività dimostrative e didattiche legate alla produzione viti-vinicola, conoscere il vino nel luogo di produzione: questo è l’enoturismo. In Valle dei Laghi sono presenti numerose aziende vitivinicole, molte delle quali  biologiche, che producono vini bianchi e rossi anche autoctoni.
Uno di questi è la Nosiola, vitigno storico e autoctono. L’etimologia di questo vino risale all’epoca celtica, con un richiamo evidente alla nocciola e con una storia che affonda le proprie radici nel XVI secolo, durante il Concilio di Trento, in cui questo prodotto non mancava mai sulle tavole e durante i banchetti.
La Nosiola è un’uva differente anche per le sue caratteristiche organolettiche, visibili già nel colore dei tralci e evidenti nell’aroma che assumono i vini prodotti con questa uva. Dal suo appassimento nasce il Vino Santo, riconosciuto presidio Slow Food.
Il Vino Santo Trentino non è solo la traccia di un’antica storia rurale, ma rappresenta un elemento fondante dell’identità di una comunità che non ha mai smesso di guardare avanti, pur rimanendo solidamente ancorata alle proprie tradizioni. Le caratteristiche di questo vino sono assolutamente uniche, e sono legate in modo inscindibile alle caratteristiche del territorio in cui nasce.

 

 

 

 

I PERCORSI DI TREKKING
PER CONOSCERE IL TERRITORIO

LE MAROCCHE DI DRO - percorso archeologico

Si tratta di un’ampia e soleggiata distesa di sassi (mar nel dialetto locale) che si trova nel comune di Dro e che dà origine ad un paesaggio davvero particolare, di origine post-glaciale, dunque circa 200.000 anni fa. Durante le fasi di ritiro dei ghiacciai, per effetto dell’allentarsi della spinta sui fianchi delle montagne, sono precipitate sul fondo valle tre grosse frane composte da detriti rocciosi che sono stati disgregati e modellati nel tempo dall’azione degli agenti atmosferici, dando vita a quello che vediamo oggi.
Anticamente, in quest’area della Valle del Sarca, vivevano i dinosauri, come testimoniano le tracce fossili di due dinosauri, ritrovate nel 2000 proprio nella zona delle Marocche di Dro: un carnivoro e un erbivoro di oltre 6 metri di lunghezza. Nel 2007, inoltre, sul sovrastante monte Angione, sono state rinvenute delle impronte fossili, con piste lunghe fino a 50 metri, lasciate da dinosauri tridattili di circa 190 milioni di anni fa.

Pozzi glaciali di Vezzano

La scoperta dei pozzi glaciali della zona di Vezzano fu del tutto casuale, come spesso accade nella storia dell’umanità, e vi è traccia di tali elementi già in alcuni scritti di fine ‘800. È possibile seguire un percorso che prende avvio dal paese di Vezzano, imboccando via Stoppani (a sud di via Roma) fino a giungere in località Lusan nei pressi del Teatro Valle dei Laghi. Il sentiero si suddivide in due tratti segnalati da frecce e tabelle esplicative.

CUBITOSA D'ARCO E LA VICINIA DONEGO: IL SENTIERO TRA STORIA E LEGGENDA A VIGO CAVEDINE - percorso storico

Lungo questo sentiero, che dal centro del paese si snoda nel bosco per circa 2 chilometri, capitolo dopo capitolo, scoprirete la storia e le origini di questa “comunità montana” che vide protagonista una coraggiosa contessa: Cubitosa d’Arco.
La sua, infatti, è una storia che si intreccia con le nostre montagne, con la gentilezza e con le buone azioni.

Partendo dal pannello introduttivo, presso il piazzale della chiesa di S. Biagio, il sentiero percorre le vie ed i luoghi più suggestivi del centro storico di Vigo Cavedine, seguendo i capitoli della storia della prode contessa. Superate le ultime case a sud-est dell’abitato, la stradina si fa sempre più ripida e sale gradualmente verso il bosco in direzione Malga Pian dove è presente l’ultimo capitolo della storia, evidente nell’affresco della casetta attorniata da un ampio prato e da castagni secolari, luogo simbolo della Vicini Donego. Dopodiché, si può proseguire scegliendo l’itinerario del percorso “Tra masetti, castagni e leggende”, oppure si segue il sentiero a ritroso e si ritorna alla partenza.

SENTIERO SCAL

Fino al 1957 l’ardito sentiero dello Scal collegava il fondovalle (Toblino) con il terrazzo di Margone. Il villaggio di Margone fu fondato verso la fine del 1400 da una famiglia di Molveno che aveva ottenuto i luoghi in locazione perpetua dal vescovo di Trento Udalrico per costruirvi un maso. La leggenda narra che il terrazzo di Margone fu colonizzato da pastori venuti dal Tesino, e a conferma di questa tesi c’è una grande diffusione del diffuso Tasin (Tesino). Ai tempi dell’Impero, Margone era sotto la gestione del vescovo di Glorenza ed i suoi abitanti erano chiamati a rispondere alla questua: la partecipazione di una famiglia all’obolo era “certificata” da iscrizioni sulla casa. A fine ‘800 il paese fu quasi distrutto da un incendio indomabile a causa della mancanza d’acqua, che fece molte vittime come ci ricorda una lapide. Le autorità di Glorenza volevano ricostruire il paese a fondovalle, ma la resistenza degli abitanti alla fine prevalse e Margone risorse al suo posto.

FORRA DEL TOBLINO - RANZO - LAGO NEMBIA

L’isolato paese di Ranzo è situato su una sorta di altopiano sospeso sopra la forra del Limarò e la Valle dei Laghi, in un luogo soleggiato, ameno e solitario, sebbene a due passi dalla movimentata città di Trento. Fra le verticali pareti del Piccolo Dain (971m) e le propaggini del Monte Gaggia (catena della Paganella 2125 m), Ranzo era un punto di passaggio obbligato sulla via di collegamento fra il ‘Banale’ e le valli dell’Adige e del Sarca (uno dei percorsi più selvaggi e aspri dell’intero arco alpino). L’isolamento che ha contraddistinto per secoli il borgo ha termine solo nel 1957 grazie alla costruzione della strada di collegamento con il fondovalle che, in modo spettacolare, taglia di netto le ripide pareti calcaree sospese sopra Vezzano.
La partenza del sentiero che da Toblino conduce a Ranzo (il percorso fa parte di una delle tappe del Cammino San Vili) è proprio di fronte all’ingresso di Castel Toblino, lungo la strada sterrata. L’itinerario è facile, con una lunghezza di circa 3 km. Una volta raggiunto l’abitato di Ranzo, si può visitare il borgo e rientrare o proseguire fino al lago di Nembia, imboccando la forestale (per un tempo di percorrenza di circa 2 ore) in direzione Malga Bael per arrivare poi, dopo una serie di saliscendi, al lago. Chi volesse proseguire ulteriormente, potrà raggiungere il lago di Molveno godendo della vista delle vertiginose pareti delle Dolomiti di Brenta.
Per rientrare a Ranzo si può percorrere in senso contrario l’itinerario fatto oppure passare dalla località di Deggia, sempre lungo il Cammino San Vili, su un sentiero a strapiombo sulla forra del Sarca

VISITA AI CASTELLI

Castel Toblino

Castel Toblino è uno dei più celebri e romantici castelli del Trentino, un luogo fatato e misterioso. Deve la sua fama alla singolare posizione, al bellissimo ambiente circostante e alle numerose leggende che hanno contribuito ad accrescerne il fascino. Da antico tempio pagano a dimora dei principi vescovi, Castel Toblino affonda le sue radici nella storia della Valle dei Laghi.

Castel Drena

Castel Drena Incastonato in uno straordinario scenario geologico, il castello di Drena conserva tutti i principali elementi di una fortezza medioevale, strategicamente posizionata sulla sommità di un dosso roccioso che domina il territorio a nord della conca dell’Alto Garda. Gli ultimi proprietari del castello furono, dopo lunga contesa, i conti d’Arco fino al 1703, anno in cui il passaggio in Trentino delle truppe francesi al comando del duca di Vendôme portò alla distruzione del maniero.

HIDROTOUR dOLOMITI
Visite guidate alla centrale idroelettrica di santa massenza

La centrale idroelettrica di Santa Massenza, costruita negli anni ’50 e oggi gestita dal Gruppo Dolomiti Energia, è l’impianto più potente del Trentino: una sorgente di energia pulita nel cuore della montagna.  La centrale è parte di un sistema articolato che, attraverso una vasta rete di gallerie, condotte forzate e opere idrauliche, porta l’acqua del fiume Sarca dalle cime dell’Adamello al Lago di Garda.  L’edificio della centrale è opera dell’architetto Giovanni Muzio, già artefice della sede dell’Università Cattolica e del Palazzo della Triennale a Milano.

La spettacolare sala macchine, con un volume di oltre 150.000 metri cubi, è interamente scavata nella roccia a 600 metri di profondità. Grazie al progetto Hydrotour Dolomiti, nato per valorizzare gli impianti idroelettrici trentini, è possibile visitare questo impianto, tra simulazioni interattive e originali allestimenti multimediali che la rendono un’esperienza sorprendente e adatta a tutti. 

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